Presentazione
Durata
dal 8 Gennaio 2025 al 3 Febbraio 2025
Descrizione del progetto
Alcuni pensieri dei ragazzi sul progetto svolto.
Per noi giovani è fondamentale conoscere, solo l’informazione ci renderà dei cittadini responsabili. Credo che l’incontro con l’associazione Libera sia stato di grande aiuto e abbia una grande importanza su dei ragazzi che si stanno formando. Spesso siamo distanti dai problemi sociali, non ci sentiamo responsabili per ciò che accade nel nostro Paese, in realtà nel nostro piccolo siamo noi che facciamo la legalità. La società è formata da tante persone, ma ognuno deve sentirsi responsabile per quello che succede e il primo modo per prendersi questa responsabilità è conoscere. Dopo essersi informati bisogna agire per essere cittadini corretti, per formare una società più pulita. Abbiamo il dovere morale di essere persone giuste, in nome di tutte quelle che hanno dato la vita per migliorare il nostro mondo. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono solo due delle vittime di mafia, ce ne sono numerosissime altre e i prossimi potremmo essere noi o i nostri figli, perciò è importante fare la nostra parte per debellare questo fenomeno. Spesso ci lamentiamo della politica, del malfunzionamento del nostro Paese e probabilmente lo facciamo con cognizione di causa; ma prima di giudicare l’operato degli altri dobbiamo iniziare a impegnarci in prima persona e a chiederci da che parte vogliamo stare.
AURORA GALIERO- 5L
Venerdì 19 maggio u.s. alcune classi quinte hanno assistito ad un appassionante incontro con un referente bergamasco di Libera, l’associazione di lotta alle mafie che opera anche nel territorio locale. Sì, perché chi ancora crede che la mafia sia un fenomeno limitato al Sud Italia, dove oscure cosche sparano ai nemici in mezzo alla strada, deve ricredersi. Al contrario, la mafia ha radici solide anche nel cosiddetto motore dell’economia italiana, il Nord, con la differenza che qui suscita meno scalpore perché è gestita dai “colletti bianchi”, ovvero una fitta rete omertosa di insospettabili, imprenditori e avvocati, a diversi livelli. Ecco quindi che la macchina del tempo ha trasformato il siciliano con la coppola in un comune impiegato in giacca e cravatta. Oltre ad averci descritto il modus operandi della mafia e ad averci fornito dati numerici sul giro d’affari che coinvolge, il prof. Gianmario Vitali ha raccontato alcune storie brutali di vittime della mafia. Non solo il più famoso Peppino Impastato, ma anche Rita Atria, Lea Garofalo e molti altri, senza dimenticare i grandi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Ciò che colpisce molto è la brutalità con cui vengono compiuti alcuni delitti (è il caso di un ragazzo tenuto in prigionia per settecento giorni o di un uomo strangolato, tagliato a pezzi e infine sciolto nell’acido), come se la mafia in questo modo volesse comunicare la sua forza e la sua presenza nella vita di tutti i giorni. Personalmente ho apprezzato il racconto di queste storie, perché riguardano persone che sono morte a causa del loro coraggio, che hanno cambiato la propria vita per favorire la legalità e combattere l’ingiustizia del malaffare. Si potrebbero definire veri e propri eroi. Tuttavia, non tutti sono dotati di tale eroismo, di conseguenza si devono considerare vittime anche coloro che ad esempio accettano di pagare il pizzo per paura di ritorsioni da parte dei mafiosi. La giustizia ha ancora molta strada da fare, in particolare se si pensa che la mafia col tempo si è infiltrata ampiamente nelle istituzioni, ma se le generazioni future abbandoneranno la maschera dell’indifferenza, troppo spesso indossata da quelle precendenti, denunciata anche dal referente di Libera, si potranno fare molti passi in avanti per sconfiggere la mafia e creare la cultura della legalità. Come per tutti i grandi cambiamenti, anche questa genesi comporta piccoli gesti da parte di tutti: penso alla “quinta mafia”, ovvero l’atteggiamento di sopraffazione e di potere oppure, al più classico episodio del portoghese che non compra il biglietto dell’autobus, o al commerciante che non batte gli scontrini. Ricordiamoci sempre che ognuno di noi è un tassello, non siamo astratti dalla collettività!
IRENE SCIACOVELLI – 5C
Obiettivi
formazione civile: Conoscere è importante non per aumentare il nostro dominio sulle cose, fatto che invece riguarda le mafie, ma per costruire il senso delle cose; per lavorare al difficile impegno della ricerca del significato.