Concorso “Falconiani innamorati”

Anno scolastico 2023/2024

Contest letterario e creativo "Falconiani innamorati"

Progetto Realizzato

Presentazione

Durata

dal 8 Gennaio 2024 al 12 Febbraio 2024

Descrizione del progetto

Gli studenti sono stati invitati a produrre elaborati di varia natura: letterari, artistici o audiovisivi, ispirati al tema dell’amore.

Complimenti alle vincitrici del contest letterario e creativo “Falconiani innamorati”:

1° classificata: Nicole Brevi (2F) con il suo elaborato grafico;

2° classificata: Anita Felice (2F) con la sua intervista ad un personaggio immaginario “Didone donna

coraggiosa”;

3° classificata: Asia Bergonzi (2E) con la sua poesia senza titolo.

 

Congratulazioni anche alle seguenti studentesse che hanno ottenuto delle menzioni speciali:

Beatrice Bellini (2F) con la lettera personale a Romeo;

Matilde Festini (2F) con la il suo elaborato fotografico;

Jada Ikra Islam (1H) con la sua lettera “Oh, cuore di persona”.

Obiettivi

Il fine del concorso è sollecitare la riflessione e la creatività degli studenti rispetto ad un tema che attraversa la letteratura, l'arte e la vita.

Partecipanti

Studenti del biennio.

Risultati

PRIMO CLASSIFICATO: Elaborato grafico di Nicole Brevi (2F)

DIDONE: UN AMORE SENZA DESTINO

Oggi mi trovo in uno dei luoghi più remoti, che viene chiamato Ade, per incontrare una delle regine più conosciute al mondo nonché fondatrice della ricca e potente cartagine.

Sto parlando chiaramente di Didone, donna forte e molto generosa che mi ha concesso di rivolgerle qualche domanda.

Buongiorno, regina Didone. Sono molto onorata di potervi incontrare. Come sta?

"Molto bene, grazie...è un piacere essere qui".

Mi tolga una curiosità: com'è riuscita a gestire il suo regno e nel contempo dare spazio alla sua vita privata?

"Governare un regno è un dovere molto duro e faticoso, anche se a tratti può non sembrarlo; bisogna sempre stare in allerta per prevedere tutte le possibili minacce interne ed esterne per evitare problemi.

Credo, comunque, di essere sempre riuscita a regnare in modo dignitoso".

Tuttavia molti del suo popolo mi hanno raccontato che recentemente aveva iniziato a venir meno ai suoi doveri.

"Purtroppo, anche i sovrani a volte hanno delle debolezze tanto che mi sono lasciata andare all'amore, non rendendomi conto di star trascurando il mio ruolo politico e il mio amato popolo".

Come lei ha già accennato, volevo approfondire la sua relazione con il giovane troiano Enea. Cosa l'ha affascinata particolarmente?

"Sin da quando Enea è giunto a Cartagine, ho subito provato grande empatia per lui; la sua storia mi ricordava molto la mia. Poi era un ragazzo molto umile, forte, devoto e ovviamente anche bello.

Ci sono bastati pochi giorni per capire di essere innamorati, anche se poi lui mi ha abbandonata".

Cos'ha provato nel sapere che Enea sarebbe dovuto partire?

"Ero e sono tutt'ora molto arrabbiata con lui, soprattutto perché aveva tentato di andarsene senza dirmi nulla. Tuttavia noi regine abbiamo un ottimo sesto senso e perciò avevo iniziato a sospettare qualcosa ed il mio popolo mi ha solo dato la conferma di ciò che già temevo.

Mi sono sentita tradita e abbandonata dalla persona che pensavo sarebbe rimasta con me a vita, che aveva persino preso il posto di mio marito defunto. In quel momento il mio unico pensiero fu cercare vendetta su tutto ciò che lo circondava, ero furiosa e l'unico modo per vendicarmi era maledire tutto ciò che sarebbe disceso da lui".

Ora direi di arrivare al fulcro dell'intervista: cosa l'ha spinta a compiere l'atto estremo che ha posto fine alla sua vita?

"Purtroppo quando si è con la persona di cui si è innamorati tutto sembra diventare estremamente perfetto; però, quando la si perde tutto crolla. Dopo tutta la rabbia derivata dall'abbandono non ho retto la tristezza di essere, per la seconda volta, sola. Realizzai di aver appena perso colui a cui mi ero affidata e che illuminava ogni giorno la mia vita, ogni cosa mi ricordava lui e ho preferito porre fine alla mia vita, con la spada da lui regalata, per non vivere nel ricordo e nel desiderio disperato di rivederlo".

Per concludere, che consiglio darebbe alle ragazze di oggi che sono follemente innamorate di un ragazzo?

"Cari lettori, amate saggiamente: non date mai troppo per qualcuno che per voi non farebbe nulla e soprattutto non sacrificate la vostra vita, fidatevi di me, anche se a volte il suo ricordo potrebbe addolorarvi, riuscirete con tempo a superarlo e vivere ugualmente".

Corriere della sera, 12/02/24

 

SECONDO CLASSIFICATO: Anita Felice (2F)

DIDONE: DONNA CORAGGIOSA

Buongiorno, benvenuti in questa nuova puntata del podcast: “Parlando con le voci che non hanno più voce”.

Oggi l’ospite speciale è una donna incredibile: uno dei personaggi femminili più rilevanti dell’Eneide, cioè la regina di Cartagine. Probabilmente molti di voi hanno già capito di chi sto

parlando (rullo di tamburi) si tratta di Didone.

Per andare a intervistarla ho avuto un permesso speciale che mi ha consentito di eseguire la catabasi cioè la discesa negli Inferi, dove la regina mi ha invitato nella sua villa in cui ormai

abita da più di duemila anni.

Buongiorno Didone grazie per aver accettato la mia richiesta di intervistarla.

Non so se conosce il mio programma televisivo, ma a me piace moltissimo compiere indagini sulle voci femminili protagoniste e non protagoniste di Opere letterarie, come

per esempio la sua.

Ci parli un po’ di lei, innanzitutto come è divenuta regina di Cartagine?

“Buongiorno anzi ciao, possiamo darci del tu?”

Certamente.

“Sono molto contenta che tu sia qui ad ascoltare la mia versione dei fatti e non solo quella del poeta Virgilio che, essendo uomo, descrive la storia dalla parte del suo caro protagonista maschio. Io sono Didone, la regina di Cartagine, non per successione dinastica, né perché ho sposato il re di questa meravigliosa città; Cartagine l’ho fondata io, con le mie mani, dopo essere fuggita dalla città di Tiro. Lì mio marito era un re ed è stato assassinato da mio fratello, il quale voleva succedergli al trono. Sono ancora molto scossa e, infatti, ho fatto un giuramento al Pudore, ma più che altro a me stessa, promettendo che non mi sarei innamorata mai più.”

Poi però hai conosciuto Enea, di cui ti sei innamorata. Come è stato provare di nuovo la fiamma dell’antico amore? E che sentimenti hai provato a causa dell’abbandono?

“Quando penso ad Enea, provo sempre sentimenti opposti come scrisse Catullo nel carme “Odi et Amo”. Enea è l’uomo più bello ed affascinante che io abbia mai visto, anche più di

Sicheo il mio defunto marito. Mi sono innamorata subito, da quando l’ho visto entrare tutto sporco, bagnato e affamato nella mia reggia. Come direste voi oggi: è stato un colpo di fulmine.

Ho perso letteralmente la testa per lui in un modo che non mi era mai successo. Lui è diventato il centro del mio mondo, sono sempre stata una donna determinata, astuta, tenace e soprattutto indipendente fino a quel fatidico incontro. Egli sapeva della mia difficoltà nel relazionarmi con gli uomini, concedendomi a lui ho tradito la promessa che avevo fatto tempo addietro a Pudore e principalmente ho tradito me stessa. Nonostante tutto, avevamo programmato la nostra felicità, idea che però non era la stessa.

Io volevo formare una famiglia con lui, mentre Enea voleva fondare la futura città di Roma. Anche se con sommo dolore, avrei sicuramente rispettato la sua scelta se mi avesse resa partecipe della sua decisione nell’affrontare il suo viaggio disegnato dal destino, ma avendolo scoperto da sola, sono stata sopraffatta dall’ira. Quando gli uomini devono scegliere fra sentimenti e dovere, scelgono il dovere e il potere, mentre le donne i sentimenti. Forse perché siamo programmate ad esseri madri, quindi a prenderci cura più degli altri che di noi stesse."

So che voi, dopo il tragico evento del tuo suicidio vi siete incontrati di nuovo proprio qui nell’Ade. Spiegaci il motivo del tuo silenzio.

"Sinceramente non è che non avessi avuto nulla da dirgli, anzi, avrei voluto “vomitargli” addosso tutta la mia ira ed il mio sdegno. Poi ho capito che sarebbe stato ciò che si aspettava, quindi ho scelto di stare in silenzio: l’arma più tagliente. L'indifferenza è la cosa peggiore. Quando ho visto sgorgare dagli occhi quelle false lacrime mi sono indignata ancora di più."

Ripensandoci, qual è il tuo più grande rimpianto? Avresti compiuto di nuovo l’atto del toglierti la vita, contestualizzandolo rispetto ai femminicidi di moderni?

"Davvero una bella domanda! Sai ho sempre saputo cosa volessi, ma su questo ho errato. Perché ancora una volta ho pensato prima a lui che a me stessa: quando ero innamorata nel bene, quando lo odiavo nel male. Anche nel momento del suicidio, ad esempio, desideravo che lui soffrisse e che dovesse subire le peggiori conseguenze per le proprie azioni, mentre avrei dovuto pensare a come realmente stessi io. Questa è la cosa che rimpiango di più.

No, non mi sarei tolta la vita per nessuna ragione al mondo; figuriamoci per un uomo qualunque, come costui”.

C’è un messaggio che vuoi lasciare agli ascoltatori del podcast?

"L’amore deve portare il bene e non il male, altrimenti non è amore.

Mi sono accorta che soffrivo di dipendenza affettiva: io dipendevo solo da costui, dipendevo da un uomo, non sapevo più chi fossi e ho perso di vista la mia strada e i miei bisogni, io la

regina di Cartagine, ma come era stato possibile?

Amate solo ed esclusivamente chi è degno di essere amato odiate solo ed esclusivamente chi merita di essere odiato. Perché sia per amare che per odiare ci vogliono tanta, troppa forza ed

energia, perciò usatele solamente con chi le merita."

 

TERZO CLASSIFICATO: Asia Bergonzi (2E)

Non ti stavo cercando,

però un po’ speravo che arrivassi.

Non ti stavo cercando,

ma cercavo qualcuno con cui poter ridere e piangere.

Non ti stavo cercando

ma quando sei arrivato

mi hai sconvolto l’anima.

Mi sono innamorata di te

vedendo,

che nei tuoi occhi

porti sempre luce.

Eri semplicemente te stesso.